Giovanni II di Francia istituisce l'Ordine della Stella
Grandes Chroniques de France, XIV sec
Sonare et balare
Theatrum Sanitatis, XIV sec.
"Joueur de chevrette"
Musée Saint Rémi, Reims, XIII sec.
Queste raffigurazioni, e molte altre ancora, raggiungono il più delle volte un buon grado di precisione nella resa del dettaglio e, in molti casi, sono di grande aiuto per confermare ipotesi e congetture o quanto meno per scartarle decisamente.
Certo è che queste immagini non possono in nessun modo mostrarci la parte più importante e decisiva di questi strumenti: le forature dei canneggi e le ance montate.
In ultima analisi, tutte queste fonti richiedono di essere integrate ed amalgamate da un ricco bagaglio di informazioni sulla tradizione costruttiva, sulla teoria musicale, sulle leggi dell’acustica e sulla storia della tecnologia.
Un ultimo accenno vorremmo dedicarlo al nome con il quale abbiamo deciso di chiamare le nostre proposte di ricostruzione.
Il termine Musa è di origine antichissima e appare in una delle prime descrizioni medievali di questi strumenti redatta dal monaco Johannes Cottonius.
Crediamo che la benevolenza con la quale venne descritta, oltre a riscattarci dall’eredità del povero Mugnaio di Chaucer, sia un prezioso viatico per comprendere questi strumenti al di là delle deformazioni nelle quali spesso vengono costretti.
"Dicitur autem musica, ut quidam volunt, a musa, quae est instrumentum quoddam musicae decenter satis et iocunde clangens. Sed videamus, qua ratione, qua auctoritate a musa traxerit nomen musica. Musa, ut diximus instrumentum quoddam est omnia musicae superexcellens instrumenta, quippe quae omnium vim atque modum in se continet: humano siquidem inflatur spiritu ut tibia, manu temperatur ut phiala, folle excitatur ut organa. Unde et a Graeco quod est μεση mesa, id est media, musa dicitur, eo quod sicut in aliquo medio diversa coeunt spatia, ita et in musa multimoda conveniunt instrumenta. Non ergo incongrue a principali parte sua musica nomen sortita est.”
Traduzione:
"Come alcuni dicono, la musica prende il suo nome proprio dalla parola musa, la quale è uno strumento adattissimo alla musica e dal suono lieto. Vediamo quindi per quale ragione e per quali pregi la musica derivi il suo nome dalla musa. La musa, come abbiamo detto, è uno strumento che di gran lunga sorpassa tutti gli altri dal momento che contiene in se tutte le loro caratteristiche e le loro virtù: viene messa in azione dal respiro come il flauto, la mano scorre tra le note come nella viella e ha la sua riserva d'aria nella sacca come l'organo. Inoltre, il termine musa, deriva dalla parola greca μεση (mese) che significa centro, proprio perché come nel centro convergono le diverse direzioni così nella musa convergono tutte le virtù degli altri strumenti. Giustamente quindi possiamo dire che la musica prende principalmente il suo nome dalla musa."
(Johannes Cottonius, "De Musica cum Tonario", Capitolo III, ca. 1100 d.C.)